Si legge tutto di un fiato, perché? Perché è la storia del “diventare madre”. Ma non è solo questo, perché l’autrice riesce, non a descrivere, ma a farti provare ed a coinvolgerti nella sequenza dei momenti psicologici che la mamma prova dal concepimento alla nascita, ma soprattutto ti fa vivere il controverso rapporto con una figlia che inevitabilmente non è quello che la mamma aveva creato nella propria mente durante la gravidanza.
L’autrice ti fa esplorare ciò che questo rapporto altera e cambia nei rapporti con il padre e con la nonna della bambina, di come quello che prima della nascita appariva in un modo, dopo, sia interpretato in modo completamente diverso; ma soprattutto ti fa vivere l’angoscia ed il senso di inadeguatezza che una mamma può provare nel pensare di non essere all’altezza nell’accudire la propria figlia e di come questo possa portare ad un distacco, ad una profonda frustrazione e ad un’alternanza tra amore ed odio verso la bimba che è difficile da comprendere da parte della stessa madre.
È un libro importante, ma avvincente, utilissimo per chi pensa ad una futura maternità così come a coloro che si trovino a vivere adesso queste complesse situazioni e possano aver difficoltà a farsene una ragione. Anche gli uomini dovrebbero leggerlo: da uomo mi è servito a comprendere quanto sia facile non rendersi conto di cosa possa accadere alla persona più vicina e più cara quando un bambino arriva in famiglia.
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